Nonostante i risultati non arrivino, la Cremonese sta trovando forse ora la sua quadra tattica, anche se manca una formazione titolare
Davide Ballardini lo ha detto da subito: nel calcio, a volte, la profondità della rosa non è per forza un valore aggiunto. E infatti lo stesso tecnico, in questo primo scorcio di campionato, è sembrato essere un po’ in confusione su chi far giocare e dove. E piuttosto di niente (ma questo, forse, non gli dispiace), si è trovato un insperato reintegro di David Okereke, sul quale probabilmente non contava neanche più. Ma andiamo con ordine.
VAZQUEZ E NODO MUDO – Da subito l’arrivo del Mudo ha sì esaltato la piazza ma anche fatto insorgere dubbi sul quale sarebbe stato il vestito tattico con cui Balla avrebbe disegnato la nuova Cremonese. Lui stesso ammise, in una conferenza di precampionato, di vedere l’argentino più come attaccante e avere in mente una Cremo con la spinta delle ali e l’inserimento delle mezzali (quindi 4-3-3, modulo provato per le maggiore nelle amichevoli). Ma, una volta capito che questo modulo non poteva trovare concreta applicazione (tanto che poi è arrivato Coda), c’è stato da ricollocare Vazquez. E così, l’esperimento del 4-3-3 col falso nove, è durato soltanto un tempo in Coppa Italia contro il Crotone, salvo poi essere riproposto in casa contro il Bari, nonostante la presenze di Gondo, Ciofani e, volendo, Afena Gyan. In mezzo, alla prima in casa contro il Catanzaro, si è provato anche il 4-2-3-1, ma nelle ultime tre uscite il mister si è deciso a varare una sorta di mix tra il 4-4-2 e il 4-3-3. Risultato? Un 4-3-3 asimmetrico, con il l’argentino in appoggio (ma più defilato) a Coda più un esterno offensivo (sul versante opposto, Buonaiuto a sinistra e Zanimacchia a destra) ad arare la fascia, e i 3 centrocampisti slittati più da una parto o dall’altra.
GLI INTERPRETI – Tutti questi cambi di sistema si portano dietro inevitabilmente anche cambi di uomini. Al punto che se dovessimo chiedere al tifoso medio di disegnare l’attuale 11 tipo grigiorosso, probabilmente, sarebbe in difficoltà con la metà degli interpreti. Dal Crotone a Catanzaro, infatti, nei titolari, Ballardini ha cambiato 3 elementi, altrettanti contro contro il Bari, 5 a Terni, un’altra cinquina contro la Sampdoria, fino ad arrivare ai 4 di Reggio Emilia. Ora, considerato anche il fatto che di mezzo ci sono state due settimane di mercato aperto (in entrata come anche in uscita), infortuni (soprattutto Afena), squalifiche (Ravanelli si è fatto espellere a Terni) e un turno di infrasettimanale, qualche cambio sarebbe anche stato fisiologico. Il problema è che questa Cremonese, pensando di avere tante certezze, si è trovata a scoprire di averne ben poche.
E ORA STROPPA – Ora che la società di Via Postumia ha deciso per l’avvicendamento in panchina, toccherà a Giovanni Stroppa ridare più sicurezza all’ambiente. A partire dagli uomini a cui consegnare i gradi più elevati.