fbpx
Bonazzoli: «Chiamati a dare il massimo per il bene della Cremo»
Bonazzoli: «Chiamati a dare il massimo per il bene della Cremo»

Le parole di Federico Bonazzoli in conferenza stampa: «Ho avuto qualche problema ma inizio a stare meglio e voglio continuare così»

Oggi, mercoledì 20 novembre, Federico Bonazzoli ha incontrato la stampa al Centro Sportivo Giovanni Arvedi. L’ex Salernitana è stato uno dei colpi del mercato estivo della Cremonese. Revitalizzato da mister Corini dopo una prima parte di stagione difficile, è andato a segno proprio contro i granata e nella trasferta di Modena. Tanti i temi da toccare: di seguito, la conferenza stampa integrale.

Sei stato uno dei giocatori più attesi di questo inizio di stagione. Stiamo già vedendo il vero Bonazzoli?
«Sicuramente sono arrivato a inizio stagione con un ritiro non svolto nella maniera ideale: ero in uscita dalla Salernitana e sono rimasto indietro di condizione. Poi ho avuto un problema ai piedi che mi ha condizionato nell’ultimo mese e mezzo, durante il quale non riuscivo a convivere al 100% con un fastidio importante. Ho sempre cercato di stringere i denti, non è un alibi ma la realtà dei fatti. Penso di non essere ancora al meglio, ma se metto minuti nelle gambe e trovo gol per un attaccante è una cosa sicuramente importante. Inizio a stare meglio e spero di continuare su questa strada. Mi metto a disposizione della squadra per invertire il trend delle ultime due gare».

La società ha esonerato Corini ed è rientrato Stroppa. Come avete vissuto il cambio di allenatore?
«Ovviamente quando si cambia vuol dire che ci sono stati risultati non soddisfacenti ed è un fatto sotto gli occhi di tutti. Siamo professionisti e crediamo in quello che facciamo indipendentemente dall’allenatore che ci guida. Con Stroppa avevamo fatto bene, poi qualche risultato non è arrivato. Con Corini è accaduta la stessa cosa e penso che adesso siamo chiamati a dare il massimo per il bene nostro e della Cremonese. Non dobbiamo fermarci e continuare a fare sempre meglio».

Con la maglia grigiorossa hai giocato sia da prima punta che da seconda. Come è cambiato il ruolo?
«Non voglio limitarmi a essere un solo tipo di attaccante, a essere solo un 9 o solo un 10 per capirci. Mi piace fare calcio e non sono un attaccante che gioca per ricevere una o due palle a partita. Mi piace dialogare con i compagni e segnare, non ho problemi a giocare da prima o da seconda punta. In un attacco a due mi trovo meglio sia che io sia il più alto o il più basso, sono a disposizione del tecnico».

Con Stroppa la Cremonese gioca alta e attacca nello stretto, con Corini gli attaccanti avevano invece più campo e la tua rete contro la Salernitana è stata un esempio lampante del concetto. Per una punta cambia il modo in cui deve giocare?
«Sicuramente sono due cose che vanno di pari passo, perché in una gara c’è bisogno di entrambe le cose. Il giocatore bravo è quello che sa fare non dico tutto ma molte cose alla nello stesso modo. Mi piace sia giocare nello stretto, sia sfruttare lo spazio che si crea per andare dietro la linea. Sono situazioni soggettive e variabili in base alla partita. Se domini una gara mettendo gli avversari nella propria metà campo hai 50 metri di campo da coprire, se invece scegli di stare dietro e aspettare devi coprire 80 metri, ma non lo dico io, è il calcio. Per me qualsiasi modo di attaccare è ben accetto».

Tre squadre sono in fuga. La Cremonese nel breve periodo deve rivedere suoi obiettivi?
«Adesso guardare la classifica è l’ultima cosa da fare, c’è da pensare al Frosinone e ragionare gara dopo gara. Le somme si tireranno più avanti perché siamo ancora ad inizio campionato. Domenica sarà come una finale per noi e saranno così anche tutte le altre gare».

Alcune formazioni considerate favorite ad inizio stagione stanno faticando. Secondo te il passaggio di categoria dalla Serie A alla Serie B può creare qualche problema?
«Personalmente non l’ho mai vissuta sul una situazione del genere, ma sicuramente quando sei una delle candidate alla vittoria finale hai un certo tipo di responsabilità e pressione di dover vincere quasi per forza, o confermare ciò che viene detto su di te. Per quanto mi riguarda è una bella sensazione, preferisco fare un campionato con responsabilità piuttosto di uno anonimo. Poi nel calcio può succedere di tutto: adesso la classifica è particolare, ma c’è ancora tempo. Prima di pensare a lungo termine bisogna dare il massimo nel quotidiano».

Redazione

Potrebbe interessarti anche: