Ancora una volta l’attacco della Cremonese è rimasto a secco. Nella sosta Pecchia dovrà studiare soluzioni per sbloccare Di Carmine
Niente. Neanche quest’anno, a quanto pare, i tifosi della Cremonese avranno modo di farsi un nuovo beniamino da idolatrare per la sua proficuità sotto porta. E questo indipendentemente da quello che potrà essere l’andazzo della squadra. Già perché la scarsa vena realizzativa dei punteri offensivi si è rivelata sin dall’inizio, sebbene gli uomini di Pecchia abbiano trovato 5 vittorie nelle prime 7 partite che hanno permesso di mettere fieno in cascina.
MEZZA CRISI – In quel momento si sono visti sprazzi della Cremonese spagnoleggiante della passata stagione, ma da allora qualcosa deve essersi, se non rotto, quantomeno inceppato. Mandare in porta i vari elementi del mosaico sta iniziando a diventare più complicato, tanto che la strategia sembra essersi spostata dal tiki taka avvolgente alla garra e contropiede. E l’assenza di un bomber in grado di finalizzare palloni sporchi si sta facendo sentire eccome.
I NUMERI – Tralasciando Vido che può essere considerato più un trequartista e Strizzolo (utilizzato anch’esso in fascia, quando non infortunato), sotto la lente non possono che finirci Samuel Di Carmine e Daniel Ciofani. I due, assieme, hanno totalizzato sinora soltanto 2 gol su azione (suddivisi equamente) e 1 su rigore (quello di Daniel a Vicenza). Anche i rigori si stanno rivelando un punto critico. L’ex Frosinone, dal dischetto, ha infatti fallito una palla che valeva un macigno a Brescia (più una in Coppa Italia a Torino), mentre Di Carmine si è fatto ipnotizzare due volte da Buffon a Parma. E per fortuna che, in questo caso, tali errori non hanno influito.
URGONO SOLUZIONI – Indipendentemente da quelle che possono essere le valutazione fatte a posteriori sull’operato del mercato, è chiaro che ora il tecnico di Latina è chiamato a porre rimedio da un punto di vista tecnico-tattico poiché, con questi numeri, un campionato lungo e stressante come quello di Serie B non lo si regge. É dura competere ad alti livelli sperando solo nei gol dei centrocampisti e trequartisti. Anche perché pure i calci piazzati sono tutt’altro che un’arma a favore.