La terza sconfitta consecutiva fa sprofondare la Cremo in piena zona rossa, a due punti dall’ultimo posto. Bisoli ha le ore contate, tra i papabili sostituti spunta Andreazzoli
Non c’è più tempo, e forse non ce n’è mai stato. La sconfitta contro il ChievoVerona – l’ottava in campionato dopo 17 partite – fa sprofondare la Cremo in classifica. Basterà un punto alla Reggiana nel recupero di sabato prossimo contro il Cittadella per relegare i grigiorossi in zona retrocessione diretta. A prescindere dalla gara di Reggio Emilia, la Cremo resta comunque a soli due punti dall’ultimo posto occupato da un Ascoli in rush dopo i sette punti nelle ultime tre partite.
EMERGENZA SÌ, ALIBI NO – Che Bisoli debba gestire una situazione complicata è evidente. Oltre agli undici titolari il mister ha solo un cambio disponibile, ovvero Celar. In panchina poi ci sono Ravanelli – ancora acciaccato – e una serie di giovani, tra cui Ghisolfi. I tanti assenti non possono e non devono essere un alibi: tante squadre in questo momento sono in difficoltà e alcune di queste (leggi Frosinone) hanno fatto punti in situazioni peggiori.
SENZA CERTEZZE – In una squadra con pochi uomini e poche certezze Bisoli commette l’errore di stravolgere anche il modulo. Dopo alcune partite in cui ha alternato 4-3-3 e 4-2-3-1 passa a un inedito 3-4-3 che in fase difensiva assomiglia molto a un 5-4-1. Due sono le sorprese di giornata: Zaccagno e Castagnetti. Il portiere è schierato al posto di Volpe che nonostante diverse prestazioni convincenti paga a caro prezzo l’errore commesso a Reggio Calabria. Casta invece viene schierato nell’inedita posizione di centrale di difesa, con ai lati Bianchetti e Terranova. Davanti si rivede Gaetano, anche lui schierato in una posizione mai ricoperta prima, ala sinistra in un tridente completato da Ciofani e Pinato.
IL GOL COME ANESTETICO – L’inizio dei grigiorossi è pure buono: Castagnetti da centrale sorprende per tempismo e chiusure, Bianchetti esce alto su Garritano, Nardi picchia come pochi. Il Chievo però non sta a guardare: anche nel momento di massima pressione i giocatori di Aglietti riescono a uscire con un palleggio pregevole e di grande spessore tecnico. Il gol di Giaccherini – su un rigore inesistente, diciamolo pure – fa naufragare le residue forze mentali di una squadra che sembra assuefatta dalle urla di un allenatore non più in grado di toccare le corde giuste. Il lancio per Giak coglie impreparata una difesa poco abituata a difendere con questo modulo (e con questi uomini). Con una più classica linea a quattro (in cui sia Pinato sia Nardi avrebbero potuto riciclarsi come terzini) questa occasione non sarebbe stata concessa.
SECONDO TEMPO ABULICO – Nella ripresa i grigiorossi pagano lo sforzo fisico fatto nel primo tempo smentendo un altro mantra di Bisoli: non è vero che la Cremo ne ha più degli altri, anzi. Nelle ultime partite i grigiorossi hanno comandato i secondi tempi dopo prime frazioni in cui hanno risparmiato energie. Nell’occasione in cui il mister ha chiesto un grande sforzo fin dall’inizio la Cremo è scoppiata, evidenziando una condizione fisica assolutamente approssimativa. Nel secondo tempo le distanze in campo sono state abissali, nessuno tra i grigiorossi è stato in grado di smarcarsi per ricevere palla senza un giocatore del Chievo addosso (non parliamo di saltare l’uomo, non esageriamo). Senza Valzania, che anche nella sua giornata peggiore correrebbe un paio di maratone, il passivo sarebbe stato ben più pesante.
BISOLI AL CAPOLINEA – Per la seconda volta in stagione Bisoli incappa in una striscia di tre sconfitte consecutive che stavolta dovrebbero essere fatali al tecnico grigiorosso. Dopo la scossa di adrenalina e gli ottimi mesi del post lockdown in cui l’allenatore bolognese è riuscito nell’impresa di salvare la Cremo, nell’attuale campionato si è vissuto di molti bassi e pochissimi alti. È prematuro ora rivangare tutti gli errori commessi, partendo dal mercato e passando da moduli e giocatori cambiati con troppa fretta. Il presente dice che Bisoli ha avuto molte più chance di tutti i suoi predecessori messi insieme e le ha fallite tutte. Ad oggi la squadra, con questo allenatore e questi giocatori, non ha un modulo, non ha certezze e non ha un futuro in Serie B. L’immagine della Cremo di oggi è quella di Castagnetti nel secondo tempo: con la palla tra i piedi, in un ruolo non suo, con la testa alta a cercare compagni che si nascondono dietro gli avversari. Serve una svolta a tutti i livelli e il mercato di gennaio non è mai capitato in un momento migliore.