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Cremo, prove tecniche di Serie C
Cremo, prove tecniche di Serie C

È notte buia allo Zini: nel silenzio delle porte chiuse la Cremo scivola pericolosamente verso la Serie C

Solo chi ha giocato a calcio – anche se a livelli provinciali come il sottoscritto – conosce la scaramanzia che ti pervade al momento dell’ingresso in campo. Ognuno ha il suo rituale, che sia l’ingresso per ultimo, con il piede mancino o con un saltello. E se non lo fai non ti senti a posto, non ti senti pronto per giocare. Contro l’Empoli l’ordinanza delle porte chiuse ha cambiato la routine: niente strade chiuse, niente traffico, niente tifosi a piedi con la sciarpa grigiorossa in cammino verso lo Zini.

Prove tecniche di C. Sono quindi tornato a parcheggiare in via Brescia, cosa che non facevo dai tempi dell’allora Lega Pro. Un oscuro presagio forse, perché la sconfitta contro l’Empoli avvicina pericolosamente la Cremo alla retrocessione. Tornano a essere cinque i punti di distanza dalla zona della salvezza diretta (pur con una gara in meno del Venezia) ma diminuiscono le partite per recuperare il gap. Inoltre, probabilmente le cose peggioreranno prima che miglioreranno (cit.): nelle prossime due la Cremo affronterà prima il Frosinone (senza Arini) e poi il Benevento.

Come Don Chisciotte. La Cremo vista in campo contro l’Empoli è una squadra che cerca in ogni modo di rovesciare la propria stagione ma sembra lottare contro i mulini a vento. Non importa quanto i grigiorossi spingano o cerchino di cambiare il destino, perché qualcosa va sempre storto: un intervento scomposto, un pallone deviato, una mano ballerina di Valzania. Il rigore del 2-2 a fine primo tempo è forse l’episodio che cambia la partita perché in questo momento i grigiorossi non hanno la forza mentale per ribaltare un calzino, figuriamoci gli scherzi del destino.

Colpo su colpo. Un peccato, perché nel primo tempo la Cremo fa valere le sue ragioni. Pur sotto la pressione di un grande Empoli – che si permette il lusso di tenere in panchina giocatori del calibro di Tutino, Henderson e La Mantia – i grigiorossi sono bravi a tenere botta e colpire con un ispiratissimo Parigini. La mossa di Rastelli funziona: Ciofani si abbassa e lascia alto l’ex Toro, pronto a colpire in ripartenza. Non si contano le conclusioni del numero 33 che impegna ripetutamente la retroguardia dell’Empoli: sarà difficile rinunciare a lui nelle prossime gare. Solo due errori individuali permettono ai toscani di chiudere il primo tempo in parità.

Ripresa da bocciare. I grigiorossi non si ripetono nella ripresa e dopo il gol del 2-3 non riescono più a creare pericoli. La Cremo attacca più di pancia che di testa e crea confusione nella metà campo avversaria. Il calo fisiologico di Parigini complica le cose perché i subentranti deludono tutti. In primis Piccolo: invece che un valore aggiunto, come dovrebbe essere un giocatore della sua qualità a gara in corso, si dimostra un handicap sbagliando ogni tipo di pallone e azione. Nel finale di partita inoltre è dove si sente di più la mancanza del vero Ciofani: qualche pallone in area arriva pure ma l’ex Frosinone non trova mai la conclusione verso lo specchio della porta.

Potenzialità della rosa. A chi imputare l’ennesima sconfitta stagionale? Oltre che agli errori individuali di alcuni giocatori, diverse scelte di Rastelli non convincono. La voglia di confermare il più possibile la squadra che aveva ben fatto contro Trapani ed Empoli lo spinge a limitare il turnover. Al di là di Claiton, centrale difensivo, sono solo due i cambi nei ruoli fisicamente più dispendiosi: Parigini e Crescenzi prendono il posto di Palombi e Migliore. Nell’Empoli invece Marino attinge a piene mani nella rosa e rispetto alla sconfitta contro il Pordenone cambia due terzi di centrocampo (giocano Stulac e Bandinelli al posto di Ricci e Henderson) e due terzi di attacco (dentro Mancuso e Bajrami per La Mantia e Tutino). La differenza si vede tutta e la Cremo arranca proprio in mezzo al campo: Valzania, se possibile è più confusionario del solito, Gaetano non ha ancora la maturità atletica e mentale per impegni così vicini. Anche Zortea in fascia non dimostra di avere la lucidità delle partite migliori. I cambi delle due mezzali a metà ripresa sono un’ammissione di colpa per Rastelli che già partiva con la certezza di dover sostituire Parigini, senza i novanta minuti nelle gambe.

Ripartire. Sarà difficile digerire questa sconfitta ma ora la Cremo deve ripartire. La trasferta di Frosinone è complicata e senza Arini e Claiton (entrambi squalificati) le scelte si riducono. Data per scontata la difesa a tre Terranova-Bianchetti-Ravanelli, a centrocampo potrebbe toccare finalmente a uno tra Kingsley e Deli, oltre a Castagnetti davanti alla difesa. Ma è soprattutto davanti che Rastelli non deve sbagliare le scelte. Parigini ha dimostrato di avere numeri d’alta classe e anche per 60-70 minuti va messo in campo (occhio quindi ai restanti 10 visto che un cambio andrà fatto per lui). Al suo fianco si potrebbe finalmente provare un attacco da trasferta con un altro giocatore rapido per colpire in contropiede: Palombi oppure Piccolo, a patto che entri con uno spirito diverso da quello messo in mostra contro i toscani.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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