La Cremonese esonera Ballardini dopo solo cinque giornate: paga i rapporti tesi e un gioco mai sbocciato
La storia d’amore tra la Cremonese e Ballardini è finita bruscamente in un grigio lunedì di settembre. Un fulmine a (quasi) ciel sereno, perché la classifica non era così bella ma neanche così brutta.
RAPPORTI TESI – Perché dunque l’esonero? Ballardini paga innanzitutto dei rapporti non idilliaci con società e rosa. Da buon romagnolo il tecnico di Ravenna non è mai stato diplomatico e nelle conferenze stampa ha sempre dichiarato cosa non andava. Le continue richieste di sfoltire il parco giocatori non sono state esaudite da Giacchetta e Missiroli, rendendo difficile (a suo dire) il lavoro sul campo. Eppure sono arrivati praticamente tutti i giocatori da lui richiesti, da Vazquez a Bertolacci. Difficile pensare che la scelta della punta sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Pare infatti che il mister abbia esplicitamente richiesto Destro, mentre poi è arrivato Coda (per fortuna, aggiungeremmo).
GIOCO MAI VISTO – Forse a causa della rosa extra-large, forse a causa di idee mai del tutto chiare, sta di fatto che il mister non ha mai trovato un undici titolare da fare amalgamare. I continui cambi hanno finito per creare parecchio scontento tra i giocatori. Il risultato in campo è stato evidente: la Cremonese non ha mai giocato da squadra, affidandosi solamente alle individualità. Come nel secondo tempo di Reggio, quando la rimonta è arrivata fondamentalmente per la schiacciante superiorità tecnica in campo.
STROPPA PER LA RISALITA – L’esonero ha anche a che fare, seppur parzialmente, con la classifica. Che non è così brutta, ma nemmeno così bella per una squadra che vuole puntare alla promozione diretta. L’allontanamento di Ballardini suona come una dichiarazione d’intenti, quella mai uscita dalla bocca della società: questa squadra è stata costruita per tornare direttamente in Serie A, senza passare per l’inferno dei playoff. Va in questa direzione anche la scelta del successore. Stroppa, ufficiale da poche ore, ha nel suo curriculum ben tre promozioni, di cui due dalla B alla A. Ha già dimostrato a Monza di non aver paura di giocare con la pressione dei risultati sulle spalle ed è stato in grado di rivitalizzare una squadra che rischiava il tracollo psicologico dopo la notte di Perugia. In attesa di capire se sarà stata la scelta giusta, facciamo un grosso in bocca al lupo a mister Stroppa.