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Cremonese, disconnessione fatale
Cremonese, disconnessione fatale

Una disattenzione difensiva costa cara alla Cremonese che perde contro il Palermo nonostante un’ottima prestazione

È diventato legge due giorni fa in Australia il “diritto alla disconnessione”. Sancisce il diritto dei dipendenti di non rendersi reperibili via smartphone o email al di fuori degli orari di lavoro, una pratica diventata ordinaria dopo il largo uso dello smartworking durante il Covid. Ma se un lavoratore al massimo rischia una lavata di capo dal superiore, questa Cremonese paga a caro prezzo la disconnessione di metà secondo tempo: il gol di Insigne decide la partita.

TURNOVER – Stroppa decide di cambiare diverse pedine dopo la dispendiosa vittoria di sabato contro la Carrarese. Turno di riposo dunque per Ravanelli e Castagnetti, rilevati da Lochoshvili (Bianchetti scala al centro) e Majer. Collocolo si riprende il posto sul centrodestra, in fascia nuova occasione per Zanimacchia. Davanti ci sono Vazquez e Tsadjout: in tutto fanno 6 cambi rispetto agli undici scesi in campo sabato scorso.

CHE CREMONESE – Dionisi prova a mischiare le carte e invece che il solito 4-3-3 schiera il Palermo con il 4-2-3-1 (sigh). Stroppa ci mette un filino troppo a capire che Majer non deve più andare a prendere Gomes ma curare Ranocchia, trequartista alle spalle di Henry. La cosa comunque non penalizza la Cremonese perché il possesso è quasi sempre grigiorosso e gli avversari arrivano raramente dalle parti di Fulignati. I nostri sono quasi increduli di cotanto dominio senza neppur sporcarsi le mani, tanto che nel primo quarto d’ora non sembrano voler schiacciare sull’acceleratore.

“Hai visto che tiro Johnsen? E i numeri di Vazquez? Che bomba ha tirato Majer!”
“Sì ma allora come abbiamo fatto a perdere 1-0?”

MIGLIOR TEMPO DELLA STAGIONE – Quando la Cremo capisce che il Palermo non sta bluffando alza decisamente il ritmo. Si vede finalmente la squadra dominante che ha in mente Stroppa, in cui anche i giocatori fuori posizione hanno un senso. Vazquez si abbassa sì a giocare, ma il baricentro alto e i movimenti dei compagni fanno in modo che Tsadjout non sia abbandonato a sé stesso. Vandeputte parte in mezzo ma si allarga a sinistra dove può ricevere e puntare l’uomo. Il belga e il Mudo sono tra i migliori nel primo tempo, dialogano nel breve a grande velocità e scodellano palloni invitanti per i compagni. Come tante volte lo scorso anno, manca l’ultimo step. I grigiorossi crossano a ripetizione, l’area però non è riempita a dovere; Tsadjout si sbatte ma quando deve concludere non ha il killer instinct di Coda. Majer segnerebbe pure, Fourneau però ha una serata peggiore della Cremo di Cosenza, così come ribadito nel post-partita dal direttore Giacchetta.

DISCONNESSIONE FATALE – Nella ripresa Stroppa commette l’errore di ripartire con gli stessi undici, quando era evidente che sarebbe servito un attaccante più finalizzatore e meno lavoratore. I cambi arrivano solo al 70’, e oltre che tardivi sono anche poco convincenti (Barbieri non garantisce la stessa spinta di Zanimacchia). Succede così che la Cremonese viene punita sull’unica disattenzione di serata, quando una sponda di testa su un rilancio da dietro a squadre schierate manda il Palermo al due contro due. Antov non riesce nel recupero sul veloce Di Francesco mentre Lochoshvili si fa sorprendere alle spalle da Insigne. Il gol abbatte un’ottima Cremo che non riesce più a ritrovare le distanze in campo e a impensierire i rosanero.

ESPUGNARE REGGIO – Dopo l’anno scorso la Cremonese incappa in un’altra partenza ad handicap, con due sconfitte nelle prime tre giornate che rischiano di costare parecchio. Le prestazioni sono in crescita, i problemi offensivi restano: un sol gol segnato (peraltro su rigore) in tre partite è troppo poco per una squadra che vuole recitare un ruolo da protagonista in campionato. Serve una svolta subito, servono punti e gol segnati. Sabato prossimo a Reggio Emilia contro il Sassuolo non può esserci altro risultato che la vittoria.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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