fbpx
Cremonese, dove sei finita?
Cremonese, dove sei finita?

La Cremonese esce sconfitta dal Penzo e dice addio anche alla corsa al terzo posto. Il Venezia surclassa i grigiorossi in ogni zona del campo

E per fortuna che il risultato non dice tutto. Perché una sconfitta di misura in casa della terza seconda in classifica sarebbe pure accettabile, soprattutto se questa è ancora in lotta per la promozione diretta. Ma la Cremonese vista a Venezia preoccupa e non poco. La partita finisce “solo” 2-1, ma gli uomini di Vanoli sono superiori in tutto.

TORNA LA COPPIA CHE SCOPPIA – Stroppa si arrende al televoto e torna a schierare Coda in attacco. Il voto popolare sarà rimasto soddisfatto, visto che i tifosi chiedevano a gran voce il ritorno in campo del bomber, nonostante le prestazioni più che buone di Tsadjout. Torna a giocare davanti anche il Mudo che trasloca in campo come uno studente fuori sede. In mezzo c’è Pickel a sostituire lo squalificato (e chi se lo aspettava) Johnsen. Non recuperano Ravanelli e Jungdal, giocano dall’inizio Lochoshvili e Saro.

SOLO VENEZIA – Fin dal riscaldamento si capisce che i lagunari hanno voglia di fare la partita della vita per agganciare il Como e mettere pressione in questo derby a distanza tra acque dolci (sì, ho controllato, l’acqua della laguna è tornata ad essere dolce). Gli uomini di Vanoli pressano a tutto campo e inducono in errore i grigiorossi, incapaci di superare il pressing per imbastire azioni pulite. Sono tanti i giocatori della Cremonese in difficoltà: i ritmi alti costringono i nostri al fallo sistematico perché sul pallone arrivano sempre prima gli altri. Le sgroppate di Collocolo e le spallate di Lochoshvili tengono a galla la Cremo dopo venti minuti difficili.

IL CALCIO È STRANO BEPPE – E invece va in vantaggio la squadra che non ti aspetti con l’uomo che aspettavi. Il Mudo conferma il suo feeling con le trasferte del venerdì sera in terra veneta e gira bene nell’angolino la sponda di Pickel sul cross di Collocolo. Il gol taglia le gambe al Venezia, fin lì mai in sofferenza e in controllo della gara. Ed è in questo momento che la Cremonese la perde. Invece di azzannare la preda i grigiorossi gestiscono il possesso con quell’incredulità di chi arriva impreparato all’esame, azzecca la prima domanda e pensa di averla sfangata.

IL CALCIO NON È COSÌ STRANO BEPPE – Negli spogliatoi Vanoli tocca le corde giuste, Stroppa evidentemente no. Il Venezia torna in campo più cattivo che mai e la pareggia subito. Il rinvio di testa di Antov è da matita blu, però ancora una volta la Cremo si fa trovare impreparata sulle seconde palle e Gytkjaer da limite fa quel che deve. I grigiorossi tornano sulla terra e non riescono più a reagire, anche perché davanti Coda non ne tiene una. I padroni di casa spingono, San Saro ci tiene a galla finché può ma dopo i miracoli su Pohjanpalo e Bjarkason si deve arrendere. I grigiorossi pagano l’ennesimo errore difensivo, stavolta di Sernicola che non segue l’inserimento proprio di Bjarkason. L’esterno aveva sbagliato anche sull’occasione di Pohjanpalo, quando aveva tenuto in gioco il finlandese.

FINALE DI SPERANZA – I cambi – ancora una volta tardivi – di Stroppa rianimano la Cremonese che se non altro regala un finale dignitoso. Tsadjout porta fisicità, Buonaiuto vivacità, Ciofani presenza fisica in area di rigore. È proprio il capitano ad avere la palla del 2-2 ma Joronen non è in vena di regali e gli nega il gol per due volte nella stessa azione. Il risultato è più che giusto e l’assalto finale non sufficiente a salvare almeno la faccia. Il Venezia è stato superiore sul piano fisico e tecnico, mentre Vanoli ha superato Stroppa sul piano tattico: ha avuto il coraggio di cambiare sull’1-1, ha trovato il gol dalla panchina, ha ridato solidità alla squadra dopo il vantaggio. Cambiare modulo e/o uomini non è per forza sintomo di confusione ma segnale di saper leggere l’evolversi delle partite.

AVANTI CON STROPPA? – Inutile dire che quando questo articolo uscirà Stroppa potrebbe anche non essere più l’allenatore della Cremonese. Un’eventualità non così remota, anche se impensabile fino a qualche settimana fa. Contro il Venezia i cambi sono stati ancora una volta tardivi, ma non è a causa dell’errata lettura della partita da parte del mister che si è perso. Semplicemente, il Venezia è stato più forte. La Cremo, nonostante le grandi difficoltà tecniche e atletiche, non ha mollato: segno che la squadra è ancora con il mister. Che starà attraversando un periodo di difficoltà (come i giocatori), ma che ci ha portato fin lassù. I playoff sono lontani ancora un mese, c’è tempo per ritrovare energia e brillantezza per disputare le partite che valgono una stagione.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

Potrebbe interessarti anche:

Alvini, ma cosa mi combini?

Alvini, ma cosa mi combini?

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, vai all-vini

Cremonese, vai all-vini

La Cremonese e il modulo placebo

La Cremonese e il modulo placebo