Brutta prova della Cremonese che cade nella nebbia di Mantova: seconda sconfitta consecutiva per mister Corini e vetta ormai lontana
Doveva essere la partita del riscatto per la Cremonese dopo il brutto k.o. interno contro il Pisa. Invece i grigiorossi incappano in una sconfitta che fa malissimo. Per almeno tre motivi. Perché si esce sconfitti da una partita sentita come quella contro il Mantova (che non ci batteva da quasi vent’anni); perché allontana definitivamente i grigiorossi dalla vetta; perché arriva in maniera netta e getta parecchi dubbi sul progetto tecnico. E per fortuna che c’era la nebbia.
SORPRESA LOCHO – Corini decide di affrontare l’insidiosa trasferta in terra mantovana confermando il 4-2-3-1 visto contro il Pisa. La prestazione contro i toscani deve aver convito il tecnico bresciano, che nonostante la sconfitta conferma gran parte della squadra vista contro i nerazzurri. Sono solo tre i cambi rispetto alla squadra scesa in campo domenica scorsa. L’avvicendamento tra Johnsen e Zanimacchia è inevitabile, visto che il norvegese è (di nuovo) ai box. Meno scontati invece i cambi sulle corsie basse: Antov e Sernicola finiscono in panchina, giocano dall’inizio Barbieri (ed era prevedibile) e Lochoshvili (e chi se l’aspettava).
ARRETRAMENTO – Il Mantova di Possanzini (allievo di De Zerbi) gioca un calcio fatto di partenze dal basso e palla a terra che sfidano il pressing alto avversario. La Cremo all’inizio ci prova, ma un paio di spaventi iniziali suggeriscono un atteggiamento più prudente visto che gli avversari riescono sempre a uscire in maniera pulita e a trovare Mensah là davanti. L’attaccante avversario è in giornata di grazia e si porta a spasso Ravanelli e Bianchetti, costretti al fallo (e al cartellino) per fermarlo. Si capisce fin dalle prime battute che non sarà una serata facile.
GLI ERRORI DI CORINI – La scelta di schierare nuovamente un centrocampo a due con Castagnetti si rivela (ancora) sbagliata. Come contro il Pisa non riesce a fare da filtro, delegando il lavoro a Collocolo che si ritrova di conseguenza impossibilitato a sostenere la manovra offensiva. Tante volte “Casta” deve ricorrere al fallo per fermare gli uomini di Possanzini che oltre ad avere un altro ritmo in superiorità numerica (il Mantova si dispone con un 4-3-3). Rivedibile anche la scelta di schierare Zanimacchia a sinistra. Con tutti i suoi limiti resta l’unico che punta l’uomo e crea la superiorità numerica, visto che Vandeputte si rende protagonista di un’altra partita anonima fatta di passaggi all’indietro e cross sbagliati. Stavolta niente alibi per il belga (che contro il Pisa aveva dovuto aiutare Antov) perché alle sue spalle c’è Barbieri, per distacco il migliore in campo tra i grigiorossi.
SENZA CONTROMISURE – Dopo un primo tempo in cui la Cremonese respinge in qualche modo gli assalti del Mantova, ci si aspettava un intervento deciso di Corini. Nella ripresa invece i grigiorossi ripartono con un solo cambio, tra l’altro ruolo su ruolo (Buonaiuto per Vandeputte). Sarebbe servito un uomo in più in mezzo al campo, dove i grigiorossi hanno patito dal punto di vista del ritmo e dell’intensità, e almeno un cambio dietro dove Ravanelli e Bianchetti erano in costante difficoltà contro Mensah. Invece i grigiorossi si consegnano agli avversari e il gol è solo questione di minuti. Arriva sul bel tiro di Burrai (ma solo a me sembra che ci segni contro ogni volta?) dopo l’ennesima giocata di Mensah, che tormenterà per parecchio tempo le notti di Ravanelli. Dopo il gol i grigiorossi hanno un sussulto (palo immediato di Vazquez) ma si spengono subito dopo. È il Mantova a sfiorare a più riprese il gol del raddoppio. Solo nel finale la Cremonese va vicino al gol, quando finalmente Zanimacchia torna a destra e mette in mezzo qualche cross pericoloso sfruttando il piede buono.
LA VEDO GRIGIA – La seconda sconfitta consecutiva (non succedeva da marzo in campionato) fa allontanare definitivamente i sogni di promozione diretta della Cremonese, scivolata a -10 punti dal Sassuolo secondo in classifica. Soprattutto, lancia allarmi preoccupanti su una squadra che non riesce a far emergere il suo bagaglio tecnico, a questo punto più presunto che effettivo. Sono necessarie profonde riflessioni sulla costruzione della squadra e sulle scelte fatte che impongono decisioni forti, non solo relative all’area tecnica. Sono stati spesi molti soldi, sono stati acquistati molti giocatori, eppure il progetto non decolla: a meno di clamorose rimonte, qualcuno dovrà prendersi le proprie responsabilità.
LAVORARE PER REAGIRE – «Se avessi a disposizione sei ore per abbattere un albero, ne passerei quattro ad affilare l’ascia» disse una volta Abramo Lincoln. La tanto odiata sosta per le nazionali non sembra arrivare nel momento sbagliato. Corini, che di errori ne ha fatti, ha certamente l’alibi di non conoscere ancora bene la squadra. Avrà ora altre due settimane di lavoro per conoscere ancora meglio il gruppo ed evitare di ripetere certe scelte. Una reazione è necessaria e alla ripresa del campionato serve una Cremonese che sia in grado di dare risposte su tutti i piani: tecnico, tattico e fisico.