Stroppa cambia la Cremonese ma non risolve i problemi. I grigiorossi pagano i soliti errori e rinviano ancora l’appuntamento con la prima vittoria allo Zini
La prima Cremonese di Stroppa si presenta con un vestito tutto nuovo. Nuovi uomini e nuovo modulo, ma sotto sotto la sostanza è la stessa della gestione precedente, tanto che il nuovo mister parte proprio come aveva terminato Ballardini, con un pareggio per 2-2. I grigiorossi creano, sprecano, passano, sbagliano e vengono rimontati. I tifosi grigiorossi dovranno aspettare (almeno) ottobre per vedere i primi tre punti tra le mura amiche.
DIFESA A TRE – Stroppa aveva sostenuto in conferenza di non voler ribaltare la squadra dopo solo una settimana di allenamenti. Per fortuna! Il mister riparte con uomini e modulo diversi dall’era Ballardini. Davanti a Sarr c’è la difesa a tre composta da Antov (già allenato da Stroppa al Monza e all’esordio in grigiorosso), Bianchetti e Lochoshvili. Sulle fasce ci sono Zanimacchia e Quagliata, in mezzo Collocolo, Castagnetti e Buonaiuto, schierato da mezzala. Davanti c’è Vazquez in appoggio a Coda.
BUON APPROCCIO – La Cremonese parte forte, vuole essere dominante come da credo del nuovo allenatore. La differenza rispetto alla gestione di Ballardini è evidente, perché i grigiorossi cercano molto di più i corridoi centrali rispetto alle fasce. Castagnetti è finalmente centrale nel progetto, tocca tanti palloni e telecomanda i compagni, Collocolo e Buonaiuto in primis. Si vedono tanti scambi nello stretto e tante giocate di prima, con Vazquez coinvolto a tutto campo. Il risultato è una squadra dal baricentro altissimo che schiaccia l’Ascoli nella propria metà campo. Il gol arriva quasi naturale con una giocata maestrale dell’argentino per Coda, letale come sempre in area di rigore.
SOLITI ERRORI – Dopo la rete la Cremonese continua ad attaccare con energia e qualità, anche se manca un apporto decisivo dalle fasce, dove Quagliata e Zanimacchia non sembrano essere nella loro giornata migliore. Come nella gestione Ballardini capita poi che l’Ascoli passi al primo affondo. I meccanismi non sono ancora registrati, tanto che Pedro Mendes è troppo libero per crossare perché Zanimacchia è fuori posizione e Antov si trova in mezzo a due avversari. In mezzo all’area poi Nestorovski è troppo libero per colpire e Manzari troppo libero per insaccare indisturbato alle spalle dell’incolpevole Sarr. Il pareggio affossa la Cremo che perde un po’ di certezze e chiude il primo tempo al piccolo trotto.
SEMPRE LUI – Il tratto d’unione tra le due gestioni è la spietatezza di Coda. L’ex Genoa aspetta solo la palla buona per rendersi pericoloso e nonostante la marcatura asfissiante di due giocatori esperti e aggressivi come Bellusci e Botteghin trova sempre il modo per farsi trovare libero e concludere a rete. Tocca ancora a lui sbloccare la ripresa (e sono quattro gol in quattro partite), approfittando dell’ennesima verticalizzazione di Vazquez. Il gol del 2-1 sembra rimettere le cose a posto, anche perché la Cremo nella ripresa non sembra avere le stesse energie per fare il gioco espresso nella prima mezz’ora del primo tempo. Il vantaggio permette ai grigiorossi di gestire la palla anziché cercare di affondare.
SOLITI ERRORI (2) – Peccato che anche stavolta la Cremonese cada vittima dei soliti errori e sprechi ancora una volta il vantaggio. Quagliata ci ricasca e si becca un secondo giallo per un’entrata evitabile (ok, forse era sul pallone, ma non si fa). I cambi di Stroppa non danno l’apporto sperato. Con l’uomo in meno e un Ascoli che spinge sempre di più Okereke non approfitta degli spazi per fare male in contropiede. Succede che alla fine arriva un gol in fotocopia rispetto a quello preso nel primo tempo. Il cross arriva sempre da sinistra, Lochoshvili si dimentica Pedro Mendes, Sarr fa un mezzo miracolo ma Rodriguez è più veloce di Bianchetti e insacca per il definitivo 2-2.
ROSA LUNGA, ROSA CORTA – Stroppa si è detto soddisfatto di quanto visto in campo, soprattutto nella prima parte di gara, quando la Cremonese ha espresso un gioco piacevole e idee chiare. Certo è che, parlando della società, risulta quantomeno curioso che la scelta per la panchina sia ricaduta sull’ex Monza. Che è un ottimo tecnico e sa come si vincono i campionati, ma che dovrà affrontare tre mesi di partite con una rosa lunga e allo stesso tempo corta per le sue idee di gioco. Come l’anno scorso Ballardini aveva dovuto adattarsi a una squadra costruita per giocare a tre, adesso Stroppa dovrà adattarsi con una rosa costruita per giocare a quattro. Già a Cosenza il mister dovrà inventarsi qualcosa per sostituire lo squalificato Quagliata. Con Valeri fuori rosa (a meno che non cambi qualcosa) l’unico giocatore di ruolo è il giovane Rocchetti, zero minuti in carriera in Serie B. E pensare che in rosa ci sono quasi 30 calciatori…