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Cremonese, vietato sbagliare
Cremonese, vietato sbagliare

La Cremonese torna da Catanzaro con un buon risultato ma spreca l’occasione di chiudere il discorso qualificazione dopo essere stata sopra di due reti

L’obiettivo del primo turno di questi playoff era ovviamente quello di non tornare da Catanzaro con una sconfitta. Missione compiuta: la Cremonese avrà due risultati su tre per andare a giocarsi la promozione in Serie A contro (probabilmente) il Venezia. Eppure il 2-2 maturato in Calabria lascia la sensazione di occasione persa e costringe i grigiorossi a sudarsi la qualificazione allo Zini.

CON L’ATTACCO PESANTE – Le settimane di turnover nelle ultime gare di campionato lasciavano pensare che Stroppa avrebbe affrontato i playoff con l’undici tipo. Quelle partite invece non sono servite solo a dare minuti a tutta la rosa, ma sono state un banco di prova che ha rimescolato gerarchie date per assodate. Rispetto all’undici ipotizzato alla vigilia c’è un avvicendamento sulla sinistra, dove gioca Quagliata e non Sernicola. Le scelte più rumorose però sono davanti. Finiscono in panchina Johnsen e Coda, Vazquez fa la mezzala e dall’inizio troviamo la coppia Tsadjout-Ciofani.

SCELTA CHE PAGA – Stroppa prepara la gara in maniera impeccabile e nel primo tempo la Cremo imbriglia il Catanzaro (i padroni di casa termineranno la prima frazione senza neppure un tiro, dentro o fuori dallo specchio). Tsadjout si spreme nel lavoro senza palla, le sue corse impediscono agli uomini di Vivarini di partire dal basso in maniera pulita. Ciofani lavora bene sulle palle aeree, mentre la difesa è aggressiva. Succede quindi che il Catanzaro non riesce a superare la metà campo mentre i grigiorossi attaccano cattivi e si muovono bene, facendosi trovare in superiorità numerica in tutte le zone del campo. La gara è comunque sbloccata dalla giocata del singolo: sugli sviluppi di un corner corto Zanimacchia pesca Vazquez facendo il Vazquez, il Mudo colpisce la traversa e Tsadjout trova il tap-in vincente. Nella ripresa il Catanzaro parte forte ma il gol di Ciofani dopo cinque minuti sembra rimettere tutto a posto. Il capitano pesca l’angolino lontano con una torsione di testa magistrale, un colpo che probabilmente gli riuscirà anche tra vent’anni.

SCELTE CHE NON PAGANO – Le partite però cambiano rapidamente. Succede quindi che un Catanzaro mai pericoloso trova dopo un minuto il gol dell’1-2 grazie a un tiro di Biasci che toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali. La rete ridà fiducia a un ambiente abbattuto, il Ceravolo si carica e i calabresi pescano energie impensabili. Mentre la Cremonese barcolla ma non molla, Stroppa decide di mettere mano alla squadra. La scelta di rinunciare a Ciofani per puntare sulle ripartenze di Johnsen sarebbe anche condivisibile, ma il norvegese entra male in partita. Non solo i grigiorossi ci perdono dal punto di vista fisico, ma anche da quello dell’equilibrio perché l’ex Venezia non si abbassa mai sotto la linea del pallone a disturbare l’azione. L’altra rinuncia che fa male è quella a Vazquez, sostituito da Abrego. Al netto dell’errore del centrocampista, che appena entrato si fa uccellare da Oliveri nell’azione del 2-2 di Brignola, senza il Mudo la Cremonese perde il proprio riferimento tecnico, l’unico in grado di tenere palla e alleggerire la pressione. Succede quindi che il Catanzaro alza il baricentro, schiaccia la Cremo e va vicino più volte al gol della vittoria. San Saro e san palo evitano una sconfitta difficilmente ribaltabile contro una squadra che fa delle ripartenze la sua arma migliore.

CALO DI TESTA? – Nonostante la doppia rimonta subita il risultato è più che buono. Sabato allo Zini la Cremonese avrà due risultati su tre per andare a giocarsi la finalissima per la Serie A contro (probabilmente) il Venezia. Sicuramente ci sarà da sudare e non ci si potrà accontentare del pareggio, altrimenti si rischia di ripetere il secondo tempo di Catanzaro. Dopo il gol di Biasci i grigiorossi sono spariti e sono stati surclassati fisicamente da una squadra che aveva giocato 120’ solo tre giorni prima. Il calo evidentemente è stato più mentale che fisico, perché quando subentra la paura le gambe smettono di girare. Allo Zini ci sarà tutt’altro ambiente, eppure serve lavorare anche sotto questo aspetto: una squadra esperta come la Cremonese non può subire questo tipo di cali in questo tipo di partite. Il tempo delle prove è finito, ora ci sono le gare da dentro o fuori. Al ritorno è vietato sbagliare.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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