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Giacchetta: «L’obiettivo per quest’anno rimane di alto livello»
Giacchetta: «L’obiettivo per quest’anno rimane di alto livello»

Le parole del ds grigiorosso Giacchetta nella conferenza stampa di fine stagione: «L’idea è ringiovanire la rosa con più prestiti»

La Cremonese ha programmato per la giornata di oggi, mercoledì 12 giugno, una conferenza stampa nella quale il ds Simone Giacchetta, fresco di conferma insieme a mister Stroppa, risponderà alle domande dei giornali. L’opportunità di interrogare direttamente il direttore sportivo sia sulla stagione appena terminata, e purtroppo conclusasi con il mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato, sia su quella in arrivo, con tutti i dubbi e le speranze che si porta dietro. Tanti i temi da sviscerare tra mercato, preparazione estiva e obiettivi futuri. Di seguito, la conferenza stampa integrale del direttore, così da lui introdotta: «È appena terminata una stagione importante, vissuta con una cavalcata entusiasmante. Peccato per il risultato finale, l’obiettivo Serie A ci è scivolato di mano. Campionato giocato comunque da protagonisti, come da impegno preso con la città. La partenza ad handicap ha condizionato, poi il cambio di allenatore ci ha rilanciato, ma il calo successivo ci ha fatto perdere terreno decisivo».

Dopo una Serie A sfumata sul più bello, qual è il prossimo step?
«Certamente mantenere un obiettivo di alto livello, prendiamo tale impegno con entusiasmo. La Serie B non è facile, lo abbiamo visto. Ci sono squadre ben più navigate che hanno fatto anche più fatica negli anni scorsi. Il Parma stesso ci ha messo del tempo a risalire. Dal 2017-18 solo tre squadre retrocesse dalla massima serie hanno ottenuto subito la promozione. Siamo fiduciosi, abbiamo una buona base di calciatori e un ottimo allenatore».

Dove questa squadra deve essere migliorata? Come si gestiscono 40 giocatori?
«Non è semplice, difatti questo è il periodo in cui un ds dorme di meno. La squadra verrà puntellata in ogni reparto, soprattutto in difesa. Ora i 2000 non sono più under e questa è la base da cui ripartire. Servirà avere dei quinti finti attaccanti, bravi nell’uno contro uno. Per la questione portiere siamo stati sfortunati ma al contempo fortunati perché, nonostante gli infortuni, i sostituti hanno fatto bene».

Qual è il piano per chi rientra a Cremona dai prestiti? Antov e Coda verranno riscattati?
«Quelli in prestito secco li aspettiamo a braccia aperte, per quelli con diritto di riscatto bisognerà attendere. Dopodiché vedremo assieme al mister. Antov era in prestito secco e per ora rientra al Monza, su Coda c’è un diritto di riscatto molto alto, dunque al momento torna al Genoa. Siamo riconoscenti nei suoi e nei loro confronti indipendentemente dal riscatto o meno. Antov è stato un trascinatore, un esempio di professionalità anche se non è legato alla società da molti anni».

Per il mercato, si proseguirà con una filosofia incentrata su giocatori navigati o si cercherà di svecchiare la rosa?
«Ci vogliono giocatori bravi, indipendentemente dall’età. Abbiamo avuto tanti giovani non forti, fortissimi. Alcuni di questi sono già in nazionale a distanza di due anni. È difficile, però, replicare opportunità di quel genere. Oggi vedo che l’età media dei giocatori è scesa anche in A, e questo te li toglie dal mercato della B. L’idea è ringiovanire la rosa, magari con più prestiti con diritto di riscatto».

Quanto è stata dura gestire la rosa e il mercato con allenatori diversi?
«Il merito è di Stroppa che si è adattato a quello che aveva in mano. Erano comunque giocatori di livello che potevano essere adattati in altri ruoli. L’impatto di Stroppa è stato positivo, è stato empatico, li ha saputi coinvolgere. C’è stata grande disponibilità anche da parte dei giocatori, ne è la dimostrazione il fatto di essere stati miglior difesa con un calcio offensivo. Bianchetti si è ripreso alla grande, Antov è diventato un leader… Peccato per qualche infortunio di troppo, come Buonaiuto o Collocolo».

Qualche parola sul futuro di Ciofani?
«Daniel è qua da tanti anni, è un vero punto di riferimento per tutta la rosa. Abbiamo condiviso insieme soddisfazioni e amarezze. I segnali che ho percepito io sono che questa sia stata la sua ultima stagione a Cremona, poi non ci siamo più sentiti. Ma sono certo che è pronto a fare qualsiasi cosa».

Johnsen rimane un giocatore da cui ripartire? Ci spieghi il suo acquisto a gennaio, è stato richiesto dal mister come Falletti?
«Dennis è un giocatore che può fare più ruoli. Con una punta di riferimento, quelli dietro devono avere determinate qualità. Non è un bomber, che comunque non abbiamo cercato. Si è adattato come mezzala, come Falletti. Gli è dispiaciuto non poterci essere col Venezia. Falletti, invece è stato quello che forse ha pianto più di tutti. Sono state due opportunità condivise con l’allenatore. Hanno un grande valore, e i calciatori di valore bisogna valutarli più sul lungo periodo».

Il Mudo Vazquez resterà un’altra stagione dopo il rinnovo automatico?
«Franco è un campione come calciatore e come ragazzo. Non ha mai saltato un allenamento, giocando con tutto quello che aveva dentro, dando grandi tempi di gioco alla squadra. Nella sua cadenza ha velocizzato il gioco, anche se non si direbbe. Si è dedicato più alla costruzione che non alla finalizzazione. Vedremo se rimarrà, parleremo con lui».

I ragazzi della Primavera hanno dimostrato tanto quest’anno.
«Il campionato di Primavera è gratificante, lo inseguivamo da tempo. Non possiamo non considerare il settore giovanile come formazione di giocatori propri, con un mercato dopato come quello di adesso con le proprietà straniere. Questa vittoria di campionato è arrivata in modo spettacolare, complimenti ai ragazzi. Il campionato di Primavera 1 ha squadre più strutturate e blasonate, quindi dovremmo sostenerlo con qualche ingresso. È difficile perché conta molto il blasone della squadra».

Qualche indicazione per Della Rovere? Anche alla luce delle nuove norme vigenti.
«Un ragazzo, dai 14 anni, firmava un contratto di 4 anni +1 per la formazione. Poi la Figc ha adeguato le proprie norme a una legge dello Stato, così ogni ragazzo, al termine della stagione, poteva liberarsi. È una cosa in cui noi rimaniamo un po’ schiacciati perché ci sono grandi club che pescano in queste zone. Ad esempio, abbiamo creato un servizio di trasporti che costa parecchio. Sarebbe inutile avere tutto questo quando puoi perdere gratis un giovane. Tutte le società si sono rese conto che ci sarebbe stato un depauperamento delle proprie risorse. La Cremo ha avuto un ruolo principale nel fare capire ciò, con Armenia protagonista di tante piccole battaglie, adesso è ricambiato tutto. Cioè, noi possiamo vincolarli unilateralmente (i 2006 per una stagione, i 2007 per 3) con questo tipo di apprendistato, senza trattative con genitori o altri soggetti. Fortunatamente i club sono stati tutelati… La Cremonese, per il suo stile, per chi pensa che possa averne le capacità, non preclude un contratto. E così abbiamo fatto con quelli che pensiamo essere in grado di giocare in prima squadra».

L’apporto dei tifosi allo Zini non è mai mancato…
«Sono un qualcosa di particolare. Allo Zini respiri aria di grande energia e forza. Negli ultimi anni le presenze allo stadio sono sempre aumentate, tanti ragazzini si entusiasmano per la Cremo anziché tifare Milan o Inter… Vuol dire che siamo riusciti ad aggregare, nel bene e nel male. Molto emozionante anche il saluto alla fine che si vinca o si perda. L’orgoglio di essere cremonesi è tornato».


Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Nicolò Casali
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Redazione

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