Da terzultimi a terzi in classifica nel giro di dodici mesi: riproponiamo il 2021 della Cremonese, dalle stalle alle stelle
Si chiude per la Cremonese un 2021 agli antipodi, da terzultimi a terzi in classifica nel giro di dodici mesi, molto intensi, che ci hanno messo a dura prova, anche per le problematiche direttamente collegate alla pandemia da Covid-19. È stato l’anno solare con più punti ottenuti dal ritorno in B del maggio 2017, merito di mister Fabio Pecchia e del lavoro svolto da proprietà e società, che ha saputo coniugare oculatamente le risorse a disposizione per allestire un organico forte e competitivo per il presente, ma anche per l’immediato futuro. Come per qualsiasi squadra non è mancato qualche momento di difficoltà, ma i grigiorossi hanno saputo riprendersi, passando dall’incubo al sogno nel giro di poco tempo.
INFERNO – Nel 2021 la Cremo ha disputato in totale 40 match di Serie B, il primo di questi con Pierpaolo Bisoli in panchina. La squadra veniva dal peggior avvio di sempre in un campionato cadetto, con il primo successo addirittura nel mese di dicembre. La prima Cremo dell’anno è contro il Chievo allo Stadio Zini ed è una sconfitta annunciata: Bisoli schiera i suoi con il 3-4-3 con Zaccagno fra i pali (prima ed unica presenza in grigiorosso) e Castagnetti centrale. Giaccherini su rigore e Bertagnoli sigillano il 2-0 in trasferta e condannano Bisoli all’esonero, anche perché poi ci sono due settimane di pausa. Il bottino è di appena 15 punti in 17 giornate, terzultimo posto insieme alla Reggiana, davanti a Virtus Entella ed Ascoli. Un vero dramma sportivo, la Cremo non era mai stata così indietro negli ultimi anni. Per la guida tecnica si fanno i nomi di Donadoni e Andreazzoli (con vice De Rossi), ma la Cremonese sceglie Fabio Pecchia, nome meno altisonante e che per questo crea qualche malumore fra i tifosi.
OTTIMA PARTENZA – Nel giro di una decina di giorni Pecchia fa ricredere i diffidenti e ribalta la Cremonese come un calzino (anche grazie ai primi innesti del mercato invernale): nello scontro diretto di Pescara mette i suoi già con il 4-2-3-1, Valeri e Zortea partono terzini ma in attacco sono un’arma in più; il nuovo arrivato Bartolomei compone la cerniera di centrocampo con Castagnetti, Pinato-Celar esterni alti e Valzania nell’inedito ruolo di trequartista dietro a Strizzolo. Dopo un bel primo tempo, i grigiorossi sfondano nella ripresa: Ciofani (che aveva conosciuto Pecchia a Gubbio dieci anni prima) entra e segna sulla bella sgroppata di Valeri, poco dopo Jaroszynski mette nella sua porta dopo uno sprint super di Zortea. La Cremo di Pecchia parte con un 2-0 fuori casa esattamente come Bisoli nel 2020, già si vedono cose molto buone, a cominciare – come avete capito – dalle caratteristiche dei terzini.
VENETO MALEDETTO – Le prime impressioni si confermano anche per le giornate successive: finalmente una Cremonese che non ha paura di giocare a calcio, con idee, con la personalità di tentare anche le cose più difficili. Pecchia dà una linfa nuova ad una squadra che forse non era stata costruita bene in estate, ma che di certo non immaginavamo potesse competere per una salvezza risicata. Ciofani vive una nuova giovinezza e segna 8 gol nelle prime 9 gare con la nuova gestione, formando una coppia di successo con Baez, in veste di uomo assist, esterno arrivato dal Cosenza a gennaio. Dopo Pescara, la Cremonese pareggia con Spal in casa e Cittadella fuori, entrambe le volte per 1-1: allo Zini recupera il risultato nel finale, in casa dei granata segna subito con Gaetano, domina in lungo e in largo, ma si fa raggiungere al 90′ da Daniele Donnarumma. Punti che comunque consentono ai grigiorossi di rimanere a 2 punti di distanza sui playout, anche quando vincono 2-1 contro il Pisa grazie ad un avvio strepitoso di match. E se tale caratteristica diventa una costante per la prima Cremonese di Pecchia, lo stesso vale per i problemi dei turni infrasettimanali: tra febbraio e marzo la Cremo gioca due volte in Veneto e in entrambe le circostanze esce con le ossa rotte, 3-1 con Venezia e Vicenza. Restano due tra le peggiori prestazioni dell’era Pecchia, la prima più per le tante occasioni non concretizzate e per la facilità con cui gli avversari vanno a segno, la seconda in generale.
ULTIMI BRIVIDI – La prima sconfitta in casa di Pecchia è contro il Lecce ed è datata 13 febbraio, finisce 2-1 per i salentini ed è un k.o. meritato per una netta differenza di valori in campo. Il punto è che arriva dopo la trasferta persa a Venezia, con i grigiorossi che tornano a toccare la zona pericolosa dei playout. Sono gli ultimi brividi, perché poi la Cremo vince il derby di Brescia 2-1 con doppietta del solito Ciofani, poi c’è il 4-0 secco al Frosinone (show di Buonaiuto). Ricade con Vicenza e Salernitana, i punti sulla zona calda sono 3, ma si capisce che ben presto l’obiettivo salvezza verrà raggiunto: con il nuovo mister, alla lunga, crescono tutti di rendimento. Valzania può fare anche l’esterno destro dei trequartisti o il centrocampista centrale vicino a Castagnetti, Strizzolo spesso viene schierato nel ruolo di esterno a sinistra dietro all’unica punta, Buonaiuto spicca il volo, Ciofani continua a segnare. La Cremo palleggia con qualità, gioca in verticale e trova la via del gol praticamente in tutte le restanti partite.
CAMBIO PROSPETTIVA – Da metà marzo a fine campionato la Cremonese porta a casa 5 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte (l’ultima delle quali a Ferrara, a fine calendario, quando ormai non vi erano più obiettivi di classifica raggiungibili). Che la Cremo non avesse nulla da spartire con le squadre poi retrocesse in Lega Pro lo dicono gli scontri diretti: 3-0 secco in casa con Reggiana e Pescara, vittoria per 1-0 in trasferta a Cosenza nel giorno di Pasquetta e 2-1 allo Zini con il Pordenone. Non è però neanche una squadra da playoff, perché nonostante ci sia stato un evidente cambio in corsa di prospettive, con tanti che credevano nell’ottavo posto, i grigiorossi non riescono a battere le prime compagini della classe: con l’Empoli dei record (poi promosso) è un bel 2-2 allo Stadio Zini, poi solo 1-1 con la Reggina dell’ex Baroni e 1-1 in trasferta a Verona col Chievo. Si aggiunge la sconfitta di Monza per 2-1, davvero immeritata, che pone realmente fine alle speranze playoff. Ma va bene così, per come si erano messe le cose. E il pubblico grigiorosso, anche se molto esigente, è felice e soddisfatto per la netta inversione di tendenza. Non resta che blindare Pecchia e sistemare organigramma e rosa.
MERCATO&CO. – Ci vuole un po’, più del previsto, ma Fabio Pecchia rinnova con la Cremonese e l’obiettivo è proseguire il bel lavoro profuso da gennaio a maggio. La sintonia con l’ambiente è ottima, Ariedo Braida passa a consulente strategico e Simone Giacchetta vince il casting dei direttori dell’area tecnica accostati alla società grigiorossa, ed è tutt’altra solfa rispetto al passato: si lavora sul presente e sul futuro, perché la Cremo ufficializza molti giovani in arrivo dalla Serie C, alcuni restano in rosa e altri vengono girati in prestito per fare esperienza. Tra i “big”, si parte dalla conferme dei prestiti di Carnesecchi e Valzania dall’Atalanta e di Gaetano dal Napoli; in difesa ecco il giovanissimo Okoli (sempre dall’Atalanta) e il riscatto di Ravanelli. Sernicola dal Sassuolo prende il posto di Zortea come terzino destro, in mezzo completano Meroni e Dalle Mura. In attacco via Ceravolo, che non ha mai sbocciato in grigiorosso, restano Ciofani e Strizzolo. Il fiore all’occhiello della campagna estiva si chiama Samuel Di Carmine, annoverato tra i pezzi pregiati del mercato e sceso di categoria per tornare a segnare tanti gol dopo le delusioni del 2020-21 con Verona e Crotone. Dalla Juventus in via temporanea giungono l’esterno offensivo Zanimacchia – fedelissimo di Pecchia – e soprattutto il centrocampista Fagioli, nonostante i dubbi di Allegri, che lo avrebbe tenuto volentieri in prima squadra. Fagioli era cresciuto nel settore giovanile della Cremo, torna e sarà la rivelazione del girone d’andata. Altra garanzia per il reparto offensivo Luca Vido, giovane ma comunque con oltre 100 presenze in B alle spalle. Una rosa ampia, da trenta elementi, ma ricca di qualità nonché perfetta per le esigenze di un gioco dispendioso come quello del mister.
STAGIONE IN CORSO – Il precampionato è buono, cresce l’entusiasmo della piazza attorno alla squadra. Il debutto in gare ufficiali è in Coppa Italia, in casa del Torino: la Cremonese disputa un match di personalità, esce di scena solo ai calci di rigore. La prima di campionato contro il Lecce, datata 22 agosto, è un trionfo: allo Stadio Zini non c’è partita, il 3-0 per i grigiorossi è firmato Valeri, Buonaiuto e Valzania. In 7 giornate la nuova Cremo di Pecchia ottiene 5 vittorie, proiettandosi nelle zone altissime della classifica: da sottolineare soprattutto il successo per 2-1 al Tardini contro il Parma, appena retrocesso dalla A e candidato alla vittoria del campionato. Grigiorossi secondi solo dietro al Pisa una volta giunti alla sosta di ottobre. Non è tutto oro ciò che luccica, perché nelle successive 8 giornate la Cremonese rallenta molto e accumula soltanto 8 punti, scivolando all’ottavo posto in classifica. Un momento negativo solo in parte, in quanto la squadra riesce comunque a mantenere la propria identità, tanto da perdere solo 2 partite: il derby di Brescia (classica gara da 0-0, ma Ciofani sbaglia un rigore e Spalek nel finale trova un gollonzo) e la trasferta di Alessandria (atteggiamento sbagliato, finisce 1-0 per i grigi). I tifosi vorrebbero di più, la Cremo comunque pareggia 1-1 in rimonta col Benevento – ben più forte sulla carta – e fa lo stesso con la capolista Pisa, la Spal e il Frosinone. Fagioli è sempre fra i migliori, Di Carmine vive un momento di difficoltà dopo alcuni messaggi vocali circolati su WhatsApp dopo la sconfitta di Alessandria: la società lo punisce, resta in panchina per altri quattro match ma ad Ascoli subentra e segna. Nel frattempo, segnano i colleghi Ciofani e Strizzolo. Chiusura di anno da record: con Cosenza, Crotone ed Ascoli tre successi consecutivi (mai successo con Pecchia mister) e terzo posto, in attesa di un paio di recuperi.
Insomma, 32 punti in 18 turni sono un bottino niente male, manca solo la partita con il Como per chiudere il girone di andata. Un intero anno solare praticamente con un solo allenatore, cosa non tanto frequente da queste parti. Segno che è stato svolto un ottimo lavoro, ora da confermare nel 2022 per evitare che accada come nel 2017-18.