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Mister Roselli a CGR: «La salvezza in C1 conta più dei campionati vinti»
Mister Roselli a CGR: «La salvezza in C1 conta più dei campionati vinti»

Nella puntata speciale di GrigiorossOnAir è intervenuto mister Roselli: «Ho avuto un contatto per tornare, poi una telefonata…»

Anche noi di CuoreGrigiorosso.com abbiamo voluto omaggiare la Cremonese per i suoi 121 anni di storia. Nella puntata speciale del format GrigiorossOnAir abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con mister Giorgio Roselli, protagonista dalla doppia promozione dalla Serie C2 alla Serie B tra il 2003 e il 2005, ma anche di una storica salvezza poco dopo in C1.

NELLA STORIA – Le due annate di mister Roselli alla guida della Cremonese sono entrate nella storia del club (unica volta in 121 anni che Cremona ha vissuto una doppia promozione, ndr): «Sono state due belle cavalcate. Non conoscevo la squadra quando venni a Cremona, mi chiamò Angeloni e poi incontrai Rispoli e Gualco e con grande entusiasmo presi l’avventura Cremonese. Per prima cosa cercai di capire le persone che allenavo. Le premesse non erano il massimo, dopo il pareggio a Legnano facemmo due vittorie e poi due sconfitte. Abbiamo accelerato nel finale, abbiamo vinto le ultime quattro e poi tutte le partite dei playoff. Si era formato un gran gruppo, non solo in campo. Lo abbiamo testimoniato l’anno dopo, vincendo le prime dieci partite in C1, c’erano grandi valori tecnici ma anche un grande gruppo che è la base per questi grandi successi. La promozione in Serie B è stata bella ma particolare perché abbiamo festeggiato sul divano. Avremmo preferito forse farlo in campo, è stato strano. Io e mia moglie stavamo guardando la televisione e seguivamo i risultati, dopo la certezza abbiamo stappato una bottiglia che era pure calda!».

SALVEZZA CHE CONTA – Mister Roselli ha vissuto anche un’altra avventura sulla panchina della Cremonese, conclusasi con una sofferta salvezza in C1 e che conta forse più dei due campionati vinti: «La mia più grande soddisfazione resta la salvezza del quarto anno che con il senno di poi è l’inizio di tutto, perché ha permesso di dare il via all’era Arvedi che, con la retrocessione, probabilmente non avrebbe preso la Cremonese. Dalla salvezza dipendeva il futuro della società e i tifosi in quel momento lo capivano fortemente, lo percepivano molto. In quella partita contro il Cittadella dovevamo prendere un punto altrimenti saremmo andati ai playout. La gente ha capito che quel punto avrebbe cambiato il futuro della Cremonese».

NON C’È DUE SENZA…DUE – Mister Roselli sarebbe potuto tornare una terza volta ad allenare la Cremonese (per la prima volta nella gestione Arvedi) ma qualcosa andò storto: «È successa una situazione una volta ma meglio non tornarci perché sono rimasto molto deluso, meglio non tornare su quanto successo. Ho conosciuto comunque il cavaliere Arvedi, poteva succedere un mio ritorno ma non è successo. Mi sarebbe piaciuto molto perché già in Serie C si capiva che la Cremo era destinata a un certo tipo di futuro, la società è tutto quello che conta. Avevo avuto un contatto importante per tornare, una telefonata mi aveva aperto il cuore, un’altra… Ho il rammarico di non essere tornato, la Cremonese resta tra le primissime squadre nel mio cuore. Il futuro della Cremo probabilmente non sarebbe cambiato, il mio sì».

NEL SEGNO DI PRISCIANDARO – Uomo simbolo della doppia promozione è Prisciandaro, bomber da 48 gol in due anni: «Priscia era una macchina. Era un ragazzo molto intelligente perché capiva le caratteristiche dei compagni, se crossava Tabbiani sapeva che doveva fare un movimento, se la metteva Marchesetti sapeva che doveva aspettarsi una palla diversa». Oggi non ci sono più giocatori come lui? «Non ci sono attaccanti diversi, ci sono attaccanti meno bravi. Pensiamo all’Italia: Mancini non giocava titolare, Baggio faceva turnover. C’erano tanti attaccanti fortissimi, in quel periodo c’erano il 70% di italiani in campionato e sfornavamo quei giocatori, oggi è il contrario. Allora Prisciandaro giocava in C2, oggi giocherebbe in B alta. Si può discutere su tante cose ma questa mi sembra chiara. Oggi c’è tanta fisicità e meno qualità».

LA CREMO DI OGGI – Mister Roselli resta legato alla Cremonese e segue ancora la squadra. Come tanti è rimasto sorpreso dalla sconfitta contro il Sudtirol. La sua Cremo resta l’unica da aver vinto a Bolzano: «Il Sudtirol è proprio una bestia nera! Ho visto l’ultima partita, nel primo tempo la squadra sembrava in dominio e poi ha perso 3-0. Per quanto riguarda la promozione credo che Venezia e Como abbiano delle possibilità ma la Cremo secondo me ha qualcosa in più. Io credo che in un modo o nell’altro possa farcela a tornare in Serie A. Con questa società e con questo centro sportivo può ambire a restare stabilmente in massima serie».

RICORDANDO JOSÈ – In chiusura un doveroso ricordo a José La Cagnina, scomparso tragicamente poco tempo fa. «Era un attaccante ma ricoprì tutti i ruoli. Ricordare Josè in qualsiasi ruolo è emblematico, non ho mai incontrato persone così, lui era uno che dava tutto, mi viene la pelle d’oca a pensarci perché come lo si vedeva in campo era fuori, sempre disponibile e pronto a sacrificarsi per gli altri. L’errore più grave che fece la proprietà quando andammo in Serie B per me fu cambiare tanti giocatori e rompere il gruppo che si era creato grazie a uomini come Josè».


Si ringrazia Giorgio Roselli per la preziosa disponibilità.
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte CUOREGRIGIOROSSO.COM

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Redazione

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