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Prisciandaro a CGR: «Il mio cuore per metà è grigiorosso»
Prisciandaro a CGR: «Il mio cuore per metà è grigiorosso»

Nella seconda puntata speciale di GrigiorossOnAir è intervenuto bomber Prisciandaro: «Se in B fosse rimasto Roselli, poteva andare diversamente»

Puntata a sorpresa di GrigiorossOnAir nella serata di martedì 26 marzo. Dopo aver parlato con mister Roselli è toccato a Gioacchino Prisciandaro ricordare gli anni del doppio salto dalla C2 alla B tra il 2003 e il 2005. Il bomber ci accoglie con la sua maglietta della Cremonese appesa al muro alle sue spalle: «L’ho custodita come un gioiello. Mi è rimasta solo quella, quando feci il mio primo gol in B nel giorno del mio 35esimo compleanno».

DA MARTINA ALLA CREMO – Dopo aver sfiorato la Serie B con il Martina Francia, Priscia arriva a Cremona nell’estate del 2003: «Ricordo che una mattina vennero Gualco e Rispoli a cercarmi a Palese (quartiere di Bari, ndr), ci mettemmo d’accordo subito per il mio arrivo. Il Martina era favorevole al mio trasferimento, io mi accontentavo di niente, l’unica mia preoccupazione era di mandare le mie bambine all’asilo e la Cremo mi aiutò in quello, infatti non ci furono problemi». Come mai proprio la Cremo? «Mio padre quando ero piccolo mi portava sempre in curva del Bari, so cosa vuol dire perdere per un tifoso, so quanto sia importante la maglia. Sono sempre andato nelle piazze blasonate in difficoltà proprio per dare gioia ai tifosi. Quell’anno alla seconda partita in casa c’erano 500 persone, a fine campionato invece quasi 10mila».

LA FORZA DEL GRUPPO – Anche Prisciandaro sottolinea con decisione la forza del gruppo, guidato saggiamente da mister Roselli: «Il mister è stato un grande perché sapeva tenere il gruppo, era fantastico sotto quel punto di vista. Abbiamo legato subito, non era facile perché eravamo in tanti. Io, La Cagnina, Taddei, gente forte per la categoria, ma il mister è stato bravo a tenerci uniti. Tutti i venerdì sera andavamo a mangiare dalla Franca e Luciano, scapoli e ammogliati, eravamo un gran bel gruppo». Eppure l’inizio non fu dei migliori: «Ricordo un inizio di campionato non buono per la Cremo anche se io feci 9 gol nelle prime 6, ricordo la sconfitta in casa contro il Meda perché alla sera a cena dalla Franca e Luciano qualche tifoso non era proprio contento, gli risposi che saremmo andati in C1. Mi presi un bel rischio».

PRISCIA LA COSTANTE – Anche nell’anno in C1, culminato con la promozione in Serie B, Prisciandaro segna a raffica: «La C1 l’avevo già fatta negli anni precedenti, ero tranquillo e il mister non fece tanti cambiamenti, arrivarono solo Strada e Benin. Partimmo fortissimo, facemmo 10 vittorie nelle prime 11. A gennaio di quell’anno mi voleva il Napoli, io insieme a Roselli e Gualco decisi di restare a Cremona e loro presero Calaiò. Strada sapeva mettere la palla dove voleva, io sono sempre stato fortunato perché ho sempre giocato in squadre forti, così è più facile fare gol. Non avevo il procuratore, il mio procuratore erano i gol, erano quelli che mi piazzavano. Ho avuto anche tanti infortuni, con la Pro Patria ho addirittura giocato con la mano fasciata». In Serie B invece qualcosa non funzionò: «A me nessuna ha regalato mai niente, sono arrivato in Serie B con le mie gambe. Non vedevo l’ora, feci gol all’esordio il giorno del mio compleanno, poi purtroppo è andata come è andata. L’esonero di Roselli mi toccò molto perché eravamo molto legati e anche l’arrivo di Dellacasa che non sapevo nemmeno chi fosse. Lo dissi ad alta voce nello spogliatoio e forse pagai anche quello. Lui iniziò a fare doppi allenamenti tutti i giorni e tanti ritiri, io anche con due figlie piccole decisi che era troppo per me e decisi di andarmene. Accettai Palazzolo perché volevo continuare a vivere a Cremona. Fosse rimasto Roselli credo sarebbe stato un altro campionato con i rinforzi che arrivarono a gennaio. Una squadra che si vuole salvare non può prendere un allenatore che non conosce nessuno, solo Rispoli lo conosceva. A buon intenditore poche parole».

ANEDDOTI CREMONESI – Priscia poi si lascia andare ai ricordi di quegli anni che ben testimoniano dquanto fosse forte e coeso quel gruppo: «Mi ricordo tutto dell’esperienza alla Cremo, anche del primo giorno di ritiro: a Tabiano Terme faceva caldissimo, misi fuori il materasso e dormii sul balcone! In ritiro Trapella e Tabbiani mi prendevano in giro: “Come fai a segnare così tanto se non corri?”. Risposi: “I gol nelle amichevoli non contano, ne riparliamo a settembre”. Mi ricordo anche che un sabato Roselli si arrabbiò perché io e Tabbiani prima della partita facemmo la gara su 100 metri. Lui viaggiava ma io in progressione ero più veloce di lui». I gol da ricordare invece sono troppi: «Mi ricordo il gol al Mantova, sulla palla di Trapella attaccai Notari, saltai il portiere e feci gol sotto la curva, fu bellissimo. A Bolzano (finale di andata playoff di C2, ndr) ho fatto due gol uguali, ricordo che esultai come il direttore d’orchestra sotto il settore ospite. Ricordo anche i gol su punizione con Pro Vercelli e Spezia, avevo segnato in tutti i modi e mi mancava solo quello, così la tirai io. Mezzo cuore mio è grigiorosso, l’altro mezzo è di tutte le altre società in cui sono stato che mi hanno dato tantissimo. Sono tutti bei ricordi».

TRA CREMO DI OGGI E JOSÈ – Prisciandaro parla anche della Cremonese di oggi: «Quando sono venuto a Cremona due anni fa andai sul Torrazzo e diedi consegna a Ciofani di portare la squadra in Serie A. Missione compiuta! Io penso che quest’anno la Cremo sia favorita per andare in A, quella di Bolzano è solo una battuta d’arresto, io la vedo più forte della altre. Non manca un Priscia, Coda è un super bomber. Il nuovo Prisciandaro però deve ancora nascere, non vedo in nessun attaccante la fame e la voglia che avevo io». Chiusura, doverosa, sulla tragica e prematura scomparsa di Josè La Cagnina: «Vorrei solo fare un applauso a Josè La Cagnina, prima che calciatore un grandissimo uomo. Ci tengo tanto a ricordarlo perché è stato un amico, in quegli anni condividevamo tanto anche fuori dal campo, ci si trovava al mattino, al campo e poi alla sera».


Si ringrazia Gioacchino Prisciandaro per la preziosa disponibilità.
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte CUOREGRIGIOROSSO.COM

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Redazione

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