fbpx
Quanto sei bella Cremo
Quanto sei bella Cremo

Una Cremo stellare espugna il Tardini vincendo e convincendo. La squadra di Pecchia ha uomini, qualità e idee

Il lontano giorno di luglio in cui si scoprì il calendario della Cremo eravamo un po’ tutti intimoriti dall’inizio terribile: Lecce, Monza, Cittadella e Parma nelle prime quattro giornate. Racimolare 7 punti sarebbe stato un successo, molti forse avrebbero firmato per 5. Oggi invece siamo qui ad ammirare una squadra che se fosse stata meno sfortunata nella trasferta di Monza si ritroverebbe in testa alla classifica a punteggio pieno.

RISULTATO STRETTO – Ebbene sì perché dopo la vittoria contro il Cittadella arrivano altri tre punti in casa della squadra probabilmente più forte della categoria. L’1-2 finale in realtà è bugiardo. Per come la Cremo ha dominato larghi tratti della partita il risultato sarebbe dovuto essere più rotondo. Qualche errore di mira e un finale in caciara invece hanno tenuto la partita in bilico fino all’ultimo dei sette minuti di recupero concessi dall’arbitro.

CAMBIANO GLI ADDENDI – E pensare che la serata non era iniziata nel modo migliore. A poche ore dal match Pecchia deve rinunciare a Buonaiuto (vittima di un’indisposizione). L’assenza dell’esterno, tra i più in forma in questo inizio di stagione, pesa doppio vista la contemporanea indisponibilità di Bàez, squalificato. Anche Valzania non recupera, così il mister si trova a dover rimpiazzare tre titolarissimi e ridisegna la squadra. Nel 4-3-2-1 che scende in campo ci sono Vido e Gaetano alle spalle di Di Carmine, con Fagioli e Bartolomei mezzali, Castagnetti davanti ai soliti cinque.

NON IL RISULTATO – Nonostante i cambi di uomini e modulo non cambia il modo di giocare della Cremo che parte a razzo e pressa il Parma a tutto campo. Il gol di Fagioli al 4’, manifesto del gioco di Pecchia, non è nemmeno la prima occasione per i grigiorossi. Il modulo funziona particolarmente bene perché Bartolomei giocando qualche metro più avanti ha meno campo da percorrere per andare in pressing alto; Fagioli dall’altra parte interpreta il ruolo come se lo facesse da una vita mentre Castagnetti non è da meno e quando è il suo turno esce pure lui alto a recuperare palla. Il risultato è un inizio di match a senso unico, in cui il Parma non supera mai la metà campo.

VIDO ASSISTENZA – A far saltare il banco ci pensa poi Vido, abile a trovare il secondo gol consecutivo in maglia grigiorossa. L’attaccante scuola Milan parte a sinistra per poi accentrarsi e i difensori del Parma non riescono mai a fermarlo. Quando prende palla crea sempre qualcosa di pericoloso perché riesce sia a saltare l’uomo sia a suggerire nello spazio con precisione. Il suo movimento inoltre crea lo spazio in fascia per gli inserimenti di Valeri, scatenato sulla sinistra. Dall’altra parte Gaetano fa lo stesso. Dopo un inizio in sordina cambia passo a metà primo tempo e aggiunge imprevedibilità a una squadra che già funziona. Allo stesso modo quando si accentra crea lo spazio per l’inserimento di Sernicola che non si fa pregare. La Cremo è una macchina che funziona alla perfezione, Danilo e Cobbaut vanno negli spogliatoi con un terribile mal di testa.

NERVI SALDI – Nella ripresa poi succede tutto quello che non sarebbe dovuto succedere. Fagioli si veste da Zidane e si guadagna un rigore dopo una ruleta ma Di Carmine sbaglia (due volte). Okoli, gigantesco su Inglese, si dimentica Mihaila che accorcia con un mancino micidiale. Da lì il Parma la mette sulla rissa. Vazquez viene espulso, Mihaila prende di mira Sernicola, volano parole e contrasti in mezzo al campo. La Cremo però non perde la calma e non rischia praticamente mai di prendere gol. Merito di una fase difensiva attenta e senza sbavature, e di un centrocampo che filtra il filtrabile. Ancora una volta è Fagioli a ergersi sugli scudi: il centrocampista della Juve si prende responsabilità da veterano e riparte palla al piede alleggerendo la pressione degli avversari. È solo alla prima da titolare ma sembra giù un campioncino.

SENZA DIFETTI – Dopo una prestazione di questo tipo è difficile trovare difetti a una squadra che domina a Parma pur senza diversi titolari. La miglior partita della gestione Pecchia restituisce una Cremo dalle idee chiare, in cui chi entra in campo sa sempre cosa fare. Nemmeno il finale in un clima teso fa cadere il castello grigiorosso. Come contro il Cittadella nelle difficoltà emergono i valori del gruppo che sa soffrire. Si alzano le barricate, si lotta palla su palla, si corre per due e si aiuta sempre il compagno.

PROVA DEL NOVE – Nonostante i nove punti in classifica la vera prova del nove deve ancora arrivare. Mercoledì contro il Perugia la Cremo giocherà la partita più delicata di questo inizio di stagione. La vittoria di Parma porta grande fiducia ma anche il rischio di un rilassamento che sarebbe deleterio in ogni momento, figurarsi quando si deve subito tornare in campo. Non dimentichiamo oltretutto che lo scorso anno la Cremo ha offerto le prestazioni peggiori proprio nei turni infrasettimanali. Pecchia dovrà attingere a piene mani dalla rosa visto il grande dispendio di energie psicofisiche. Sperando che le cose vadano come a Parma, dove il cambio dei giocatori ha portato allo stesso risultato.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

Potrebbe interessarti anche:

Alvini, ma cosa mi combini?

Alvini, ma cosa mi combini?

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, vai all-vini

Cremonese, vai all-vini

La Cremonese e il modulo placebo

La Cremonese e il modulo placebo